Salvo alcune eccezioni i numeri 1 delle testate bonelliane
uscite negli ultimi anni hanno avuto su di me impatti contrastanti, fungendo
spesso da anticamera all’intera serie, o miniserie, i primi numeri hanno finito
per essere da me considerati spesso letture pesanti, un po’ noiose, incentrate
con lunghe conversazioni o pensieri a farmi capire il personaggio o i
personaggi, il contesto in cui essi si muovono e il genere di storie che la
serie si preparava a raccontarmi, non permettendomi di capire se quello che
stavo leggendo mi piaceva davvero oppure no.
Oggi ho comprato il primo numero di quello che è da
considerarsi l’esperimento più ambizioso che la Sergio Bonelli Editore abbia
lanciato in edicola da un po’ di tempo a questa parte “Orfani”, una miniserie
che ha la particolarità di essere completamente a colori scardinando la ferrea
regola del bianco e nero, ed ecco che mi
ritrovo a leggere un albo in cui la forza delle immagini e pochi semplici
dialoghi ti trasportano nell’universo dei protagonisti non lasciando molti
dubbi su ambientazione e caratteri dei personaggi (che sicuramente saranno
approfonditi nel corso della serie).
E così Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari mettono in
scena un fumetto veloce, dinamico, immediato, da uno script sicuramente non
originalissimo che potremmo semplificare con “Attacco mondiale da parte di
alieni, bimbi sopravvissuti, bimbi addestrati per diventare soldati, i soldati
iniziano il loro lavoro ammazzare gli alieni”, beh forse la faccio troppo
facile, siamo solo al primo numero sicuramente ci aspettano parecchi colpi di
scena.
Fatto sta che la premiata coppia porta in scena il fumetto
con la maestria di chi il suo lavoro lo sa fare, e lo sa fare bene. Citazionista, come Recchioni ci ha abituato a
trovare in molti dei suoi lavori precedenti, Orfani strizza a mio avviso, e
parlo quindi da appassionato di fumetti e non da critico esperto o addetto del
settore, a film, serie tv, videogiochi , anni 80 e forse anche un po’ dei 90 e del nuovo millennio e tanto
altro, a cui personalmente sono
affezionato, e finisce che mi riconosco nel prodotto presentato dalla Bonelli.
Diciamocela tutta, Recchioni è uno sceneggiatore rodato e bravo, ma è anche un
uomo di marketing consapevole, non ho modo di parlare di lui a titolo personale,
non lo conosco, non ho titoli per parlare della sua professionalità, non sono
uno sceneggiatore o uno del mestiere, ma faccio marketing da 8 anni e Recchioni
è uno che sa cosa sia il social media marketing, o ha un talento naturale nella
sua gestione, e per un anno buono ha gestito sapientemente la promozione della
sua creatura nel mondo virtuale usando benissimo i canali social. Inoltre è una
persona dotata di cervello ed si dimostra estremamente colta o almeno lo è su
quanto gli interessa e su quello che gli piace, e quello che gli piace e gli
interessa lo scrive e lo mette in scena con grandi capacità, conosce il suo
target di pubblico, sa cosa dargli, in che quantità e quando, e i risultati che
ottiene provano che è così.
Questo primo numero vede lo stesso Mammucari ai disegni. Per
chi non avesse mai visto niente fatto da lui Orfani è un buon punto per
iniziare a conoscere questo disegnatore italiano, cazzo è bravo, e bravissimo,
pulito, chiaro, maniacale diciamolo pure.
Il fumetto è fatto da una storia e dalle immagini che questa
storia racconta, ci sono stati casi in cui si sono sperimentati fumetti in cui
non erano mai presenti dialoghi, una narrazione completamente lasciata alle
immagini disegnate, Orfani ha dei dialoghi, dei dialoghi divertenti direi, ma
se scorrete quelle 94 (sono 94?) tavole, vi potrete accorgere che tutta la
parte “parlata”, o gran parte di essa, potrebbe divenire un superfluo, le
immagini sono chiare, continue, potenti. In sintesi potreste capire tutta la
storia senza dover leggere una riga (ma fatelo ne vale la pena).
Per farla breve, un anno di pubblicità su blog, facebook,
twitter, hanno accresciuto aspettative su un fumetto che oggi è uscito in tutta
Italia, e che ho divorato avidamente, lasciandomi entusiasta e pronto a chiedere
il secondo capitolo. Riuscire a mantenere questo trend per tutta la serie, è questa la vera sfida che gli Orfani devono
vincere, altro che alieni provenienti da pianeti remoti, una sfida che se
vinta, potrebbe riscrivere alcune regole legate al modo di fare fumetto
popolare in Italia.